Come ti vedi tra 5/10 anni? Questa è una di quelle domande che a volte si sentono nei colloqui di selezione. Ovviamente in quel contesto è completamente inutile e il nostro intervistatore non si aspetta una vera risposta alla domanda. A livello personale è però molto più sensata: quali sono i nostri obiettivi a lungo termine ? Come raggiungerli? Quali sono gli ostacoli? Quanto sono importanti per noi?
Il lavoro, la quotidianità, i mezzi di informazione, tendono a spingerci verso un modello in cui focalizzare i nostri sforzi per obiettivi a breve termine. Raggiunti però questi obiettivi senza che questi facciano parte di un percorso più significativo, ci ritroviamo ad esserci mossi senza una direzione precisa. Definire obiettivi in funzione di quello che si vuole essere ci permette di essere molto più coerenti. Questo tipo di approccio ci spinge a confrontarci con obiettivi ambiziosi, aumentare la sensazione di avere nostra vita sotto controllo ed essere più motivati nelle nostre azioni.
Come possiamo definire obiettivi a lungo termine?
Le componenti orientate al futuro della visione di sé stessi sono chiamate sé possibili (Markus e Nurius).
I sé possibili sono quindi quello che noi potremmo essere nel futuro (immediato e remoto). Possiamo immaginare di essere diversi o di comportarci diversamente, e queste immagini influenzano il nostro comportamento. Spesso il processo decisionale (sopratutto nelle decisioni importanti) ci porta a vederci in modi diversi a seconda delle alternative che ci troviamo di fronte. I sé possibili sono quindi elementi che teniamo molto in considerazione nella definizione dei nostri obiettivi e nella motivazione a raggiungerli.
I sé possibili riguardano:
- Cosa possiamo diventare
- Cosa vorremmo diventare
- Cosa temiamo di diventare
Siamo abituati a considerare il concetto di sé su quello che siamo adesso. Spostando l’attenzione verso il futuro ci si apre un ventaglio sempre più ricco di possibilità. Questo ci consente di definire dei percorsi di studio, lavoro, crescita personale che puntano all’obiettivo che ci siamo dati. Questa immagine ci permette inoltre di superare alcune rigidità nei nostri comportamenti. Cerchiamo di mettere in atto comportamenti che ci avvicinino alle nostre immagini positive e evitiamo quelli che ci spingono verso immagini negative. Più guardiamo avanti nel tempo e maggiori sono le opportunità e i percorsi che possiamo intraprendere.
- Cosa possiamo diventare. Esperienze, cultura, gruppi di appartenenza, immagine di sé (attuale), influiscono molto su quello che riteniamo di poter fare. Definire il campo delle possibilità è molto difficile perché non siamo in grado di essere obiettivi nella valutazione di noi stessi. Questo è infatti il punto sul quale essere più rigorosi e realisti. Counseling e coaching sono percorsi nei quali un consulente esterno ci può aiutare a rendere meno sfumati i perimetri delle nostre possibilità.
- Cosa vogliamo diventare. In questo caso la parte più difficile è quella di vagliare i nostri desideri senza nasconderli. in questo punto non dobbiamo escludere niente ne limitarci.
- Cosa temiamo di diventare. Queste sono le direzioni che possiamo prendere ma spesso sono evitabili pianificando un percorso e non facendoci trascinare dalla quotidianità.
- Definizione del nostro obiettivo. Dopo aver visto tutte le possibilità e quanto sono o meno desiderabili, arriviamo al punto di dover prendere una decisione. Temporeggiare in questo punto serve solo a restringere le nostre possibilità di scelta.
- Definizione delle strategie. Immaginare ciò che è possibile per il proprio futuro può aumentare l’ottimismo. Non è però sempre sufficiente a produrre lo sforzo necessario per produrre un cambiamento di comportamento. Per questo si devono definire strategie specifiche (comportamenti concreti come lo studio, l’impostazione di sveglie per costringerci a fare quanto deciso, liste, valutazioni con premi) che aiutano a concentrarsi sugli obiettivi,
- Monitoraggio. L’immagine che ci siamo posti come obiettivo deve essere sempre presente. Con il passare del tempo la nostra capacità di manovra si riduce progressivamente, occorre quindi verificare il percorso e applicare continuamente correzioni.
Lo studio delle implicazioni dei sé possibili può essere applicato ad ambiti eterogenei come il Counseling scolastico (http://www.umass.edu/schoolcounseling/uploads/brief5.2.pdf), la delinquenza minorile (http://www.atlantacasa.org/resources/1/Possible%20Selves%20and%20Delinquency%20Article.pdf), decisioni relative alla carriera e percorsi personali.
Nell’ambito della carriera in particolare, “chi voglio essere” è al centro di ciò che conta. Lo sviluppo di sé è personale, e il processo cambia le prospettive della gente in modo duraturo. Per questo motivo l’impiego di sé possibili aumenta la probabilità di successo del percorso. Questo metodo enfatizza gli obiettivi piuttosto che problemi facilitando la motivazione e la gratificazione.
(Alberto Viotto)