I.A. contro Uomo?

L’intelligenza artificiale e i rischi nel mercato del lavoro

L’utilizzo crescente di strumenti basati sull’intelligenza artificiale e di altre tecnologie per automatizzare i lavori in vari settori, porta una crescente preoccupazione tra lavoratori, economisti e politici. L’automazione è da decenni alla base della crescita economica, la velocità dei progressi tecnologici negli ultimi anni ha però reso più incerte le previsioni sul futuro del mercato del lavoro. In questo articolo mi soffermerò soprattutto su alcuni rischi, lasciando i possibili benefici ad un articolo successivo.

Uno dei più rischi significativi dell’automazione è il potenziale di spostamento del lavoro verso sistemi automatizzati.

Un rapporto del 2017 del McKinsey Global Institute, intitolato “Lavori persi, posti di lavoro guadagnati: cosa significherà il futuro del lavoro per posti di lavoro, competenze e salari”, ha esaminato il potenziale impatto dell’automazione e dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro globale. Il rapporto stima che fino a 375 milioni di lavoratori potranno aver necessità di cambiare occupazione o acquisire nuove competenze entro il 2030, a causa di queste nuove tecnologie.

Man mano che sempre più aziende si rivolgono all’intelligenza artificiale e alla robotica per sostituire i lavoratori umani, molti posti di lavoro stanno diventando obsoleti. Le aziende che si occupano di produzione sono state le prime a sperimentare nuove tecnologie per incrementare la produttività, ormai robot e macchine a controllo numerico hanno ridotto di molto il numero di esseri umani necessari, in particolare nelle aziende che si occupano di produzione in serie. Lo sviluppo di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale permetterà di impiegarle anche su settori produttivi meno ripetitivi, dove finora l’operaio umano è ancora molto importante. Ma automazione non è limitata alla produzione, e i suoi effetti si possono vedere sempre di più anche in molti altri comparti, come trasporti, finanza, assistenza sanitaria e servizio clienti.

Lo spostamento dei posti di lavoro dovuto all’automazione può avere significative conseguenze economiche e sociali. Questo scenario potrà portare, a lungo termine, a disoccupazione, retribuzioni inferiori e riduzione dell’attenzione alla sicurezza sul lavoro. Ovviamente, la perdita di posti di lavoro può avere un effetto domino in tutta l’economia, poiché una riduzione della capacità di spesa dei lavoratori significa anche una minore domanda di beni e servizi e, potenzialmente, un rallentamento dell’economia globale.

L’automazione ha quindi un impatto diversificato su industrie e ruoli del personale e questo si può tradurre in una distribuzione non omogenea degli effetti negativi, spingendo alcune categorie di lavoratori ad accettare salari più bassi, incrementando la disuguaglianza sociale.

Uno studio del 2020 dell’Università di Toronto, intitolato “The Risks of Artificial Intelligence to the Job Market: Evidence from Canada”, ha esaminato il potenziale impatto dell’IA sul mercato del lavoro canadese. Lo studio ha evidenziato che sono i lavoratori con occupazioni poco qualificate e i lavoratori più anziani quelli più a rischio per all’automazione e l’intelligenza artificiale.

I responsabili politici e i leader aziendali devono adottare misure per mitigare gli effetti negativi, come l’investimento in programmi di istruzione e formazione per aiutare i lavoratori ad acquisire le competenze necessarie per il mercato del lavoro in evoluzione, l’attuazione di politiche per sostenere i lavoratori che sono stati sostituiti dall’automazione, e l’esplorazione di modi per promuovere la creazione di posti di lavoro nelle industrie che sono meno suscettibili all’impatto delle nuove tecnologie.

È però importante notare che non tutti i lavori sono ugualmente vulnerabile all’automazione: lavori che richiedere creatività, intelligenza emotiva e capacità di problem solving, hanno più difficoltà ad essere automatizzati rispetto a quelli che comportano compiti ripetitivi. Inoltre, l’automazione può creare nuove opportunità di lavoro nelle aree come sviluppo nuovi sistemi, analisi dati e manutenzione delle macchine. Per approfittare di queste opportunità, i lavoratori devono acquisire le competenze necessarie per l’evoluzione del mercato del lavoro.

L’istruzione e la formazione sono fondamentali per dotare i lavoratori delle competenze necessarie, queste non sono solo competenze tecniche ma anche le cosiddette “soft skills”, come creatività, pensiero critico e capacità relazionale. Questo può richiedere l’investimento in programmi di istruzione e formazione professionale, l’offerta di opportunità di formazione sul posto di lavoro e la collaborazione con università e altri istituti di istruzione.

Inoltre, sarà necessario lavorare insieme per creare un ambiente politico favorevole all’innovazione e all’imprenditorialità. Questo può includere la fornitura di incentivi fiscali e supporto normativo per le startup e le piccole imprese che stanno sviluppando intelligenza artificiale e nuove tecnologie, creando un ecosistema di supporto per l’innovazione, in modo da garantire che i vantaggi dell’intelligenza artificiale e dell’automazione siano condivisi e contribuiscano ad una crescita economica complessiva.

I sistemi di intelligenza artificiale possono anche replicare ed esacerbare pregiudizi ed errori umani, come discriminazioni di genere, etnia e orientamento sessuale. Questo rappresenta un rischio per la diversità e l’equità nel mercato del lavoro.

Alcuni studi hanno verificato come i pregiudizi e gli errori umani possono essere inconsapevolmente assimilati nei sistemi di intelligenza artificiale attraverso i dati e gli algoritmi. Ad esempio, se un set di dati utilizzato per addestrare un sistema di intelligenza artificiale è sbilanciato (anche se reale), è possibile che il sistema lo replichi, generando un pregiudizio. Questo può portare a effetti discriminatori in attività come assunzioni, promozioni e valutazioni delle prestazioni.

Inoltre, la mancanza di diversità nel settore tecnologico di per sé può contribuire alla distorsione nei sistemi di intelligenza artificiale. Se i gruppi che sviluppano prodotti di intelligenza artificiale fossero troppo omogenei, potrebbero inserire pregiudizi ed errori nei sistemi che creano.

Diventa quindi fondamentale stabilire norme e standard per garantire che i sistemi di intelligenza artificiale siano sviluppati e utilizzati in modo equo ed etico. Ciò può includere l’implementazione di audit e di certificazione dei processi per garantire che i sistemi di intelligenza artificiale rispettino degli standard condivisi.

Un altro argomento da considerare riguarda i potenziali rischi per la privacy personale e la protezione dei dati. Questo è in particolar modo rilevante nel contesto di assunzioni e licenziamenti, dove i sistemi di intelligenza artificiale possono raccogliere e analizzare grandi quantità di informazioni personali su candidati e dipendenti. Le I.A. potrebbero raccogliere dati personali da una varietà di fonti, inclusi i profili dei social media, il comportamento online e i dati biometrici. Questi dati potrebbero quindi essere utilizzati per effettuare valutazioni, potenzialmente senza la conoscenza o il consenso delle persone coinvolte.

Per affrontare questi rischi, è importante dare priorità alla privacy e alla protezione dei dati nello sviluppo e nell’uso dei sistemi di intelligenza artificiale nel mercato del lavoro. Questo può includere l’implementazione di misure per garantire che i dati personali vengano raccolti, utilizzati e archiviati in modo sicuro e trasparente.

(Alberto Viotto)

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