Il bullismo sul posto di lavoro è una questione critica che influisce negativamente sulla salute mentale e fisica dei lavoratori, deteriorando l’efficacia organizzativa. Gli studi evidenziano il ruolo dell’ansia e come fattori quali il genere, il reddito elevato e lo stress incidano sul rischio di mobbing, sfatando il mito che sia una questione di basso status socioeconomico. L’importanza della prevenzione è sottolineata rispetto alla gestione reattiva, promuovendo climi di sicurezza psicosociale per mitigare gli effetti del bullismo. Fattori organizzativi e sociali, come il supporto dei colleghi, emergono come moderatori efficaci, mentre gli studi sulle disposizioni individuali rivelano come tratti di personalità specifici possano influenzare la suscettibilità al bullismo, particolarmente in contesti di conflitto di ruolo. Questi risultati sottolineano l’importanza di interventi mirati che considerino sia le dinamiche organizzative che le caratteristiche individuali per promuovere un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso, contribuendo al benessere dei dipendenti e alla produttività.
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Gli errori di giudizio e l’errore fondamentale di attribuzione.
L’errore fondamentale di attribuzione è la tendenza a pensare che le azioni degli altri siano soprattutto legate a loro caratteristiche interne, e ad attribuire i propri comportamenti soprattutto a situazioni esterne, che ci spingono ad agire in quel modo. In sostanza, tendiamo a presupporre che le azioni degli altri siano meno influenzate dall’ambiente rispetto alle nostre e che siano invece indicative della loro personalità.
La teoria dei fattori igienici e motivanti di Herzberg (Soddisfazione e motivazione nel luogo di lavoro)
Herzberg nel 1959 pubblicò uno studio dove analizzava le risposte dei lavoratori su sentimenti positivi e negativi nell’ambito dell’ambiente lavorativo.
Secondo le sue ricerche i principali fattori che portavano a sentimenti positivi riguardavano il lavoro in se, mentre quelli negativi erano più legati all’ambiente lavorativo.
La devianza sul luogo di lavoro
La devianza sul posto di lavoro è un comportamento volontario che viola significative norme organizzative e così facendo minaccia il benessere di un’organizzazione, i suoi membri, o di entrambi. Inoltre, entrambi implicitamente ed esplicitamente vedono devianza come una forma di cattiva condotta (Robinson e Bennett – 1995).
Questo è un problema diffuso che causa un’enorme perdita finanziaria (Greenberg 1997; Murphy 1993; Vardi e Weitz 2004). I dipendenti che subiscono comportamenti devianti sul di posto di lavoro hanno più probabilità di cambiare lavoro, hanno problemi di stress, diminuzione della produttività, scarsa motivazione, perdita tempo di lavoro, autostima, aumento della paura e insicurezza sul posto di lavoro, e dolore psicologico e fisico.